SICUREZZA, RIACCOGLIENZA E CRESCITA AI CENTRI ESTIVI

Un equilibrato connubio fra esigenze di sicurezza e necessità dei bambini di riappropriarsi della propria esperienza di crescita: questa la filosofia che sostanzia l’organizzazione dei centri estivi comunali di Copparo, che accoglieranno i bambini tra i 3 e i 6 anni dal 29 giugno fino al 31 luglio nei plessi Cadore e Gramsci.
Come spiegato dalla responsabile del settore Scuola del Comune di Copparo, Rita Sattin, il servizio sarà gestito da Cidas, cui sono già affidati i servizi educativi e integrativi al polo per l’infanzia Cadore, proprio in virtù di una specifica clausola del capitolato. «La cooperativa ha presentato un progetto d’eccellenza – ha rimarcato – che da un lato tiene conto delle necessarie prescrizioni in materia sanitaria, affrontandole a tutto tondo, e dall’altro propone valide linee formative ed educative».
Tutti i dettagli saranno illustrati agli iscritti in una riunione convocata prima dell’avvio del servizio, ma venerdì 12 giugno si è tenuta nella residenza comunale la presentazione ufficiale, alla presenza del responsabile servizi educativi di Cidas, Elias Becciu, e della coordinatrice della Pediatria di Comunità, Micaela Azzalli.
«In questi mesi – ha aperto il sindaco Fabrizio Pagnoni, affiancato dall’assessore alla Cultura e alla Scuola Franca Orsini – abbiamo imparato che ogni valutazione deve passare attraverso la salute e la sicurezza. Di qui la presenza anche di una pediatra di famiglia, capace di fornire un parere terzo e autorevole, per garantire alle famiglie la massima tranquillità in merito alla formula organizzativa definita».
Formula che è stata illustrata approfonditamente da Becciu, il quale ha introdotto «i due assi portanti di questa sfida che deve contemperare l’anima educativa e pedagogica e quella del rispetto delle normative e la consapevolezza di quanto sta accadendo, ma senza compromessi al ribasso in termini formativi».
«Il primo asse si basa sul riaccogliere i bambini della nostra comunità consentendo loro di esprimere quanto hanno vissuto in questi mesi e sul restituire il protagonismo a bimbi che si sono adattati a tempi e regole gestiti da altri e che ora si devono riappropriare del loro mondo e delle loro sensazioni. Mentre il secondo passa attraverso lo studio e il recepimento delle normative e il loro arricchimento, in accordo con le autorità sanitarie, valutando ogni momento del servizio, fin da prima dell’inizio delle attività». Gli educatori si prepareranno con una formazione specifica e una formazione in plesso per il corretto impiego degli spazi. Grande cura verrà attribuita al tema educativo, con particolare attenzione a chi necessita di sostegno e ha bisogno di essere accompagnato. Le attività saranno condotte per gruppi composta di cinque bambini e un educatore, con uno spazio dedicato all’aperto e al chiuso, e una circolazione adeguata. L’accoglienza avverrà in un triage accogliente, in cui l’aspetto sanitario si innesterà già nell’attività: i bambini non avranno mascherina, mentre gli operatori avranno mascherina Ffp2 e camici monouso. «Garantiremo ai bimbi, alle famiglie e ai lavoratori la massima sicurezza. Seguiremo l’attività in un tavolo costituito con l’Amministrazione, così da raccogliere osservazioni e valutare eventuali correttivi».
La dottoressa Azzalli ha testimoniato la validità dell’organizzazione. «Sono stati mesi particolari e nuovi per tutti: molti ci hanno riportato il disagio dei più piccoli per il cambiamento di abitudini, che si è manifestato anche con malesseri fisici – ha riferito -. Dunque ben venga l’occasione dei centri estivi, che sono stati organizzati al meglio: perché la salute dei bambini passa non solo per il benessere fisico, ma anche per uno star bene generale. Ciò può avvenire con il ritorno all’educazione, che diviene anche educazione sanitaria, grazie all’acquisizione di nuove prassi. In questa proposta c’è dunque equilibrio fra sicurezza e ciò che serve ai bambini e alle famiglie».
«Noi pediatri di famiglia – ha concluso – ci siamo, per rispondere ai dubbi pratici di tutti i giorni, in relazione ai centri e poi alla ripresa delle scuole».
Tutti concordi: questo sarà un primo banco di prova in vista dall’apertura del prossimo anno scolastico.

Ultimo aggiornamento

13/06/2020