Ultimo aggiornamento
VISITA ALLO STABILIMENTO BERCO DEL SINDACO PAGNONI
Dalla trentina di dipendenti del primo giorno di riapertura, il 14 aprile, al migliaio attuale: Berco ha consolidato presidi e misure messi in atto per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. A testarlo il sindaco Fabrizio Pagnoni nel corso di una nuova visita, mercoledì 20 maggio, allo stabilimento, insieme al maggiore Giorgio Feola, accolti dal Ceo Piero Bruno e dal Coo Mario Andaloni.
L’ingresso è stato progressivo da 100, a 250, poi 500, fino a 1000, per attuare infine una modulazione sulla base degli ordinativi.
«Simo soddisfatti della ripresa programmata e graduale – ha affermato Bruno -. Stiamo parlando del rientro di migliaia persone e poter testare il meccanismo è stato fondamentale. Abbiamo chiuso il 23 marzo e al ritorno abbiamo potuto registrare un autentico cambiamento sociale: la diligenza e la partecipazione con cui i lavoratori si sono comportati ha rappresentato l’indice di un vero e proprio cambiamento culturale».
Non solo dispositivi di protezione e nuove logiche organizzative. In previsione di una vera e propria nuova modalità di lavoro, sono in costruzione due nuovi ingressi, sul lato nord e sul lato ovest, con tornelli e termocamere propedeutiche all’accesso: in caso si registrasse una temperatura corporea non adeguata, non si verrà abilitati al passaggio. Si sta inoltre investendo sullo smart working e sul digitale, con il potenziamento di rapporti e attività virtuali con i clienti e lo studio di visite e tavoli altrettanto virtuali.
Il primo cittadino ha voluto ribadire la completa disponibilità a raccogliere eventuali segnalazioni o indicazioni di esigenze o problematiche.
«Sono particolarmente contento di sapere dalla dirigenza della linea assunta da Thyssenkrupp, che ieri ha presentato il suo piano strategico – ha sottolineato –. Il fatto che la produzione di Berco rientri in un business considerato strategico, rispetto al quale sono previsti investimenti e progetti di sviluppo, ci rassicura sulla continuità del nostro stabilimento, soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, in cui il futuro economico ci appare ancora nebuloso».