OSCO COPPARO, RICHIESTA DI TORNARE ALLE REGOLARI PRESTAZIONI

Un ritorno progressivo alle normali prestazioni dell’Ospedale di Comunità di Copparo. È la richiesta avanzata nel corso della riunione della conferenza territoriale sociale e sanitaria di ieri, martedì 12 maggio, durante la discussione del Piano per l'emergenza Covid-19 della provincia di Ferrara.
Dallo scorso 27 marzo la struttura di via Roma è stata convertita in Osco-Covid, per ricevere quelle persone che, superata la malattia, necessitano di ultimare la fase finale della quarantena in un ambiente protetto che non può essere il proprio domicilio. Una funzione esercitata in piena sicurezza, che ha tuttavia determinato la sospensione della consueta operatività.
In accordo con i colleghi di Riva del Po, Andrea Zamboni, e di Tresignana, Laura Perelli – spiega il sindaco Fabrizio Pagnoni -, abbiamo proposto di non procedere ad altri ricoveri a Copparo, ma di portare ad esaurimento l’attività legata al coronavirus. Di otto posti destinati ora ne sono occupati tre: se, come speriamo, questa tendenza andrà confermandosi, sarebbe importante poter riportare sul territorio le regolari prestazioni, a cui accede un bacino di utenza afferente all’intera Unione e oltre. Dunque, in relazione all’evoluzione dell’epidemia, anche rispetto agli sviluppi della Fase2, chiediamo che la struttura possa recuperare la propria destinazione e i propri servizi h12, particolarmente rilevanti per fasce fragili come gli anziani».

Da abbandonare, conseguentemente e gradualmente, anche l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca), istituita con il compito di assistenza/sorveglianza di pazienti sospetti o accertati Covid al domicilio o in struttura territoriale extraospedaliera: il personale in turno è stato attivato tre volte dal 20 aprile scorso. Tanto più che, sempre a fronte di un auspicato consolidamento della tendenza alla flessione del contagio, nello stesso Distretto Centro Nord sono in funzione due equipe a Ferrara.

Ultimo aggiornamento

13/05/2020