A COPPARO UN MONUMENTO PER I MARTIRI DELLE FOIBE

I buchi delle cavità carsiche e il filo spinato che trascinava nel vuoto tutti insieme al primo a cui si sparava. I simboli della tragedia delle foibe sono richiamati nel monumento che a quelle vittime il Comune di Copparo ha dedicato.
Venerdì 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, è stato inaugurato al parco di via Ortigara, alla presenza dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, delle autorità civili e militari, delle associazioni d’arma e combattentistiche e degli alunni della 5ªd della scuola primaria, che hanno preparato diversi lavori sul tema delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. A loro principalmente si è rivolto il sindaco Fabrizio Pagnoni, «perché dalla consapevolezza, dalla conoscenza della storia e dalla comprensione degli eventi possiate costruire una società che non conosca totalitarismi e atrocità».
Dopo l’alzabandiera, il monumento è stato svelato insieme a Paolo Jelich, dell’Anvgd e benedetto da don Stefano Bortolato. Jelich, figlio di esule e nipote di infoibato, ha tracciato la complessa vicenda del confine orientale e ha raccontato di nonno Giuseppe: tornato a Spalato alla fine del ‘45, sul treno di ritorno era stato prelevato e gettato in una gola.
«Perché un monumento? Perché è un simbolo concreto, potente e durevole che accompagnerà la comunità per gli anni a venire – ha spiegato il primo cittadino -. Perché è la somma di tutti i momenti, attraverso e oltre i tempi: rappresenta una maniera tangibile di fare memoria di ciò che è stato e un monito per il futuro, facendo parte a pieno titolo del nostro presente. Contiamo che possa trasferire il ricordo di ieri e l’ammonimento per domani facendo parte della nostra quotidianità: ci auguriamo che, passando di qua, gli adulti vogliano spiegare a figli e nipoti il significato di questo monumento, di quei buchi e di quel filo spinato».
C’è ancora però molta strada da fare per la completa accettazione di questo capitolo storico. «È necessario ancora molto impegno per cancellare le tracce dell’oblio che per troppo tempo ha celato ciò che è accaduto, ma anche per superare i contrasti e le contrapposizioni ideologiche che non hanno mai consentito di rendere giustizia a questa pagina, creando invece miopi divisioni, che non possiamo dire ancora oggi pienamente superate. Il grande libro della storia va letto in tutte le sue pagine: saltarne o strapparne una o qualcuna significherebbe smarrire il filo, non comprenderne pienamente il senso e, infine, non saperne coglierne la lezione. La lezione, evidentemente non ancora davvero imparata, ci vuole insegnare che l’odio, la vendetta, la discriminazione non fanno che generare disumanità e violenza. Ci auguriamo dunque che questo monumento costituiscano un presidio per la storia e per il ricordo e un impegno collettivo per la pace».
 

Ultimo aggiornamento

10/02/2023