CERIMONIA DEL 4 NOVEMBRE

In occasione del 104° anniversario della vittoria - Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, si è tenuta nel pomeriggio di venerdì 4 novembre la cerimonia in ricordo dei caduti di tutte le guerre.
Autorità militari, civili e religiose, associazioni combattentistiche e d’arma, operatori sanitari, realtà associative e territoriali si sono ritrovate alla Fontana Monumentale. Qui, dopo l’esecuzione dell’inno nazionale, si è tenuta la deposizione della corona dʼalloro e la lettura messaggio commemorativo, seguiti dalla messa nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo.
Questo il discorso del sindaco Fabrizio Pagnoni.

Buon pomeriggio.
Rivolgo un deferente saluto alle autorità militari, civili e religiose, alle associazioni combattentistiche e d’arma, agli operatori sanitari, che ringrazio per il loro operato e che mi fanno ricordare come due anni fa in questa piazza fossi solo durante il desolante lockdown causato dalla pandemia, che ha mietuto tante vittime, fra cui 60 copparesi. Un deferente saluto anche alle realtà associative e territoriali del Comune di Copparo. Comune che esattamente un anno fa ha conferito la Cittadinanza Onoraria al Milite Ignoto, nel centenario della tumulazione all'Altare della Patria di quel soldato voluto come ‘di nessuno’ e divenuto ‘di tutti’, simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i caduti per la Patria.
Ringrazio tutti voi per essere qui in occasione di questo 104° anniversario della vittoria - Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.
Questa sera non vedrete, come l’anno scorso, il palazzo municipale illuminato del tricolore. Lo spegnimento delle luci monumentali, che è fra i provvedimenti resi necessari dall’incremento dei costi energetici, ci impone il buio, che è anche metaforico. Il buio della guerra in cui è nuovamente precipitata l’Europa dopo 77 anni e che ci obbliga anche a queste restrizioni.
Questi decenni di memoria e di riflessioni su quanto dolore abbiano comportato due conflitti mondiali non sono purtroppo serviti a evitare che dal 24 febbraio scorso, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ritornassero la distruzione, i combattimenti, i bombardamenti, le fosse comuni, le atrocità che accompagnano sempre la guerra.
Nel giorno in cui ricordiamo la lotta sostenuta dal nostro popolo per coronare il processo di unificazione risorgimentale e la vittoria contro l'impero austro-ungarico che impediva il compimento del processo unitario iniziato con la Prima Guerra di Indipendenza, non possiamo non avere memoria del fatto che quella del ‘15-‘18 fu la più spaventosa guerra che fino ad allora il mondo avesse visto, con decine di milioni di morti: 1.240.000 solo in Italia.
Soldati, uomini e donne, bambini, famiglie intere: quante vite riesce a spazzare via la guerra. Ieri come oggi. Oggi che nel buio in cui siamo ancora precipitati può essere aperta una breccia dalla memoria collettiva, che ci spinge verso la necessità della pace, una pace basata sulla libera determinazione dei popoli.
Mentre a poco più di mille chilometri continuano gli attacchi anche contro civili e infrastrutture, rivolgiamo commossi un pensiero ai caduti di tutte le guerre.
Mi emoziona pensare come il caso abbia voluto che una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina due ragazzi di Tresignana, Anna e Alessandro (che ringrazio), abbiano portato nella nostra casa comunale una testimonianza preziosa della nostra storia: un gruppo d'onore. Si tratta dell’immagine, oggi al Museo La Tratta, degli “Eroi caduti per la patria” copparesi, che hanno ritrovato fortunosamente dietro a un quadro. Vedere i visi e i nomi dei nostri 168 caduti è stato come poter toccare con mano le vite, fatte di progetti, sogni e speranze: vite che hanno sacrificato alla difesa della Patria.
Al loro ricordo uniamo quello di tutti i caduti, incisi su questa fontana, sulle lapidi e sui monumenti che uniscono tutti i nostri abitati nel dipanarsi del filo rosso della memoria.
E ricordiamo quanti sono caduti indossando la divisa, dando la vita per tutti i diritti di cui oggi possiamo godere e sui quali fonda la nostra Costituzione.
Lo facciamo senza dimenticare di esprimere il nostro sincero grazie alle donne e agli uomini delle forze armate, che ogni giorno servono il Paese, operando per difendere la pace e la democrazia, proteggendo le nostre comunità, garantendoci la sicurezza, sostenendoci nelle avversità e nell’emergenza. Grazie.
Viva le Forze Armate. Viva l’Italia. Viva Copparo

Ultimo aggiornamento

04/11/2022