COMMEMORAZIONE DI MARCO COLETTA

Nel giorno del 17° anniversario del tragico incidente che si è portato via Marco Coletta, venerdì 9 settembre si è tenuta la commemorazione del 22enne a cui due anni or sono è stato intitolato il parco comunale di Tamara.
Il punto di ritrovo in via Raffanello a Baura, dove il ragazzo ha perso la vita nel canale che costeggia la strada, all'epoca non protetta da guardrail. Davanti al cippo collocato nel punto esatto in cui i genitori hanno potuto riabbracciare per l'ultima volta il figlio, ritrovato dopo 36 ore di ricerche: dell'auto si era perduta traccia e solo l'individuazione di uno specchietto ha segnalato il punto in cui cercare, scandagliando il corso d'acqua profondo quattro metri in cui il veicolo si era inabissato e capovolto.
La stele riporta la frase: "Per non dimenticare mai". Ai suoi piedi il monito: "Perché il tuo sacrificio non risulti vano". Antonella Finotti e Daniele Coletta hanno infatti affrontato una battaglia giudiziaria che, primo caso, è approdata alla Corte di Strasburgo, per sostenere la necessità di un impegno costante sulla sicurezza stradale. Il libro che ripercorre la vicenda, "La strada di Marco", sarà presentato sabato 17 settembre, alle 21, nella Galleria Civica "Alda Costa": con l'autore Nicola Bianchi dialogherà Michele Govoni. All'incontro, organizzato da Pro Loco Copparo e Biblioteca comunale "Anne Frank", parteciperanno Luigi Ciannilli, ex presidente del Comitato Paglierini, il luogotenente Giuseppe Zurlo, comandante della Stazione Carabinieri di Copparo, e Gianni Gardellini, comandante della Polizia Locale Unione Terre e Fiumi.
«Lui lo merita – ha spiegato mamma Antonella al sindaco Fabrizio Pagnoni, presente alla cerimonia -. Marco era un ragazzo coerente, onesto, leale, serio ed era solito dirmi che al mondo c'è troppo male e che doveva provare ad eliminarne almeno un po'. Se non avessimo combattuto mi sarei sentita una nullità ai suoi occhi». «Il guardrail che è stato posizionato dopo ha salvato diverse vite – ha rimarcato Daniele Coletta, mostrando un punto della struttura deformato da un urto violento, ma che ha evidentemente contenuto il mezzo -. È quello che possiamo fare nel nome di Marco, che invece non c'è più».
 

Ultimo aggiornamento

10/09/2022