CENTRO NUOTO COPPARO A RISCHIO CHIUSURA

«Oggi il Centro Nuoto Copparo è aperto: domani non sappiamo. Con questi costi energetici non vediamo futuro». Così il presidente del CNC, Diego Patrucci, affiancato dalla vice Martina Bonora e dal direttivo, ha denunciato una situazione che potrebbe condurre alla chiusura, come è già avvenuto a gennaio per gli impianti di Ravenna, Lugo, Empoli, Mestre, Valdobbiadene, Rovigo, Venezia, Treviso, Belluno, Mira, Cittadella. «Nel 2021 i costi dell’energia impattavano sul nostro bilancio per il 5-7%, mentre ora siamo arrivati al 30-40% - ha spiegato, bollette alla mano -. Se annualmente pagavamo di media 70mila euro per il consumo del gas metano, nel solo gennaio, a parità di consumo, il conto è stato di 30mila euro: siamo passati da 0,12 a 0,98 euro per metro cubo. Abbiamo sempre affrontato con coraggio le difficoltà degli ultimi tempi, ma questo è insostenibile. In ragione di aumenti del 354%, se Governo e Regione non attiveranno azioni di tutela e sostegno, non sarà possibile sopravvivere».
Il Centro Nuoto Copparo non vuole arrendersi senza lottare. «La voce dei gestori deve farsi sentire – ha rimarcato Petrucci -. Dobbiamo far valere il ruolo fondamentale di sviluppo e di crescita che gli impianti natatori e sportivi rivestono per le comunità. Senza l’apporto in termini di benessere, aggregazione, socialità e formazione che ne deriva, il declino del territorio sarà irreversibile».
A testimoniare questo assunto ci sono i numeri: fruiscono della struttura di via dello Sport 680 bambini, 1412 adulti, 400 alunni della scuola primaria nell’ambito del percorso curricolare, 200 ragazzi dei centri estivi, 50 pazienti del medical fitness. A loro si aggiungono gli utenti di Idrokinetik. «Ai poliambulatori polispecialistici – ha spiegato l’amministratore delegato Mattia Guerzoni – fanno riferimento settimanalmente 120 persone, che usufruiscono dell’ambiente acquatico per far fronte a problematiche ortopediche, traumatologiche, neurologiche. In caso di chiusura verrebbero pregiudicati i protocolli riabilitativi, che pure eravamo riusciti a mantenere in epoca Covid, quando nell’emergenza abbiamo garantito un adeguato ambiente sanitario».
A ciò si devono aggiungere i 9 dipendenti e i 100 collaboratori che rimarrebbero senza lavoro, cui si assommano i 2 dipendenti e 35 collaboratori di Idrokinetik.
«Abbiamo deciso che non copriremo lo scostamento pesando sull’utenza, su famiglie che già risentono della crisi: non aumenteremo le tariffe – assicura il presidente del Centro Nuoto Copparo -. Abbiamo vagliato tutte le possibili azioni, ma i correttivi non risulterebbero risolutivi, finendo solo per danneggiare il servizio, mentre i vantaggi dei lavori di efficientamento energetico condotti dal Comune sono pressoché annullati da queste condizioni. L’impianto funziona e l’attaccamento degli utenti è qualcosa di emozionante, ma i costi energetici non sono sostenibili. Ora, oggi non chiudiamo, ma non sappiamo per quanto resisteremo, consapevoli che quello sarebbe un punto di non ritorno».
Con il CNC si è schierata l’Amministrazione comunale. «Non ci tiriamo indietro, ma, nonostante tutto l’impegno, il problema è troppo grande per il solo ente locale: occorrono interventi di dimensione nazionale o sovranazionale – ha evidenziato il sindaco Fabrizio Pagnoni -. Abbiamo bisogno di aiuto o il prezzo sarà altissimo per la nostra comunità. Il nostro impianto costituisce un punto di riferimento per il territorio: le persone stavano ritornando dopo la pandemia, ma oggi la situazione è addirittura peggiore. Nel caso del Covid si veniva da anni di stabilità e avevamo l’assicurazione di ristori, diretti e indiretti, mentre adesso il contesto è segnato da due anni di emergenza e non abbiamo certezza di fondi specifici, per una crisi che di fatto colpisce tutti».

Ultimo aggiornamento

06/04/2022