LE LAVORATRICI DELL’OSCO COPPARO DAL SINDACO

In vista del prossimo incontro richiesto dal sindaco Fabrizio Pagnoni all’Azienda Usl in merito alla chiusura temporanea dell'Osco di Copparo, le lavoratrici della struttura hanno incontrato, mercoledì 3 novembre, il primo cittadino.
Una decina di operatrici, in rappresentanza delle sedici complessive, otto infermiere e otto oss, ha voluto portare le proprie istanze. «Naturalmente – ha affermato Pagnoni - accolgo ogni contributo che possa essere utile perché il colloquio con l’Ausl sia proficuo per il personale e per gli utenti del nostro presidio territoriale, in primo luogo perché i lavori previsti siano meno impattanti possibile».
Infermiere e oss hanno inteso testimoniare un disagio e una preoccupazione, già segnalate da Mirella Boschetti di Fials. «Abbiamo saputo della chiusura di almeno 4/5 mesi solo lo scorso 23 ottobre– hanno argomentato -. Dopo la riunione del 26 ottobre, ancora oggi, a due giorni dalla sospensione del servizio, fissata al 5 novembre, non ci è stata comunicata la nostra destinazione: se Cento, Delta o Argenta. Nessuna risposta ci è stata ancora fornita».
Le lavoratrici hanno dunque richiesto un incontro con l’Ausl. «Una chiusura imminente, senza informazioni né tavoli di trattativa, rappresenta un problema sotto un duplice punto di vista: per la cittadinanza e per noi professioniste – hanno spiegato -. Come abbiamo avuto modo di verificare dalle telefonate di questi, gli utenti si troveranno in grande difficoltà, soprattutto nel caso di pazienti fragili, con tutte le problematiche del caso: è infatti particolarmente sensibile il nostro ruolo di ‘filtro’ per la presa in carico nel post dimissioni. Per quanto ci riguarda, noi siamo operatori esperti, che hanno sempre dato il massimo, con coscienza e dignità: da ‘angeli del Covid’ ci sentiamo adesso trattati senza rispetto né professionale né personale. Abbiamo lavorato sempre con passione e dato tanto con assoluta disponibilità, eppure non sappiamo ancora quale sarà la nostra sorte: a ciò si aggiunge la preoccupazione per l’inserimento in contesti nuovi, senza avere alcuna indicazione».
Le operatrici si sono dette convinte che il reparto potrebbe rimanere aperto alla Casa della Salute, al primo piano, «spostandosi temporaneamente in quegli spazi dove ci sono stanze vuote, ambienti riscaldati e a norma rispetto l’antincendio».
 

Ultimo aggiornamento

04/11/2021