PNRR, COPPARO PROPONE UN POLO INDUSTRIALE AMBIENTALE

La crescita attraverso la sostenibilità ambientale. È questo il principio cardine del progetto ‘Il polo industriale ed ambientale di Crispa - Linee di sviluppo sostenibile delle filiere di recupero dei rifiuti urbani e loro impatti economico-sociali sul territorio e su Clara Spa’ candidato dal Comune di Copparo sui fondi Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e già avanzato a Provincia e Regione. Una progettazione per complessivi 8.295.000 euro, il cui obiettivo è la costituzione di un polo industriale ambientale che rappresenterà un unicum sull'intero territorio regionale, capace di portare sviluppo economico nel territorio copparese, ma anche distrettuale e provinciale, con la generazione di nuove linee di business e la creazione di nuovi posti di lavoro, e di ridurre l’impatto ambientale nell’ambito dello sviluppo e della valorizzazione dei rifiuti raccolti.
Il progetto prevede la realizzazione appunto di un nuovo polo ‘di ampliamento’ rispetto all’attuale ‘Polo Crispa’. La superficie interessata è pari a circa 11 ettari, tutti autorizzati per lo sviluppo di processi industriali esclusivi per il trattamento dei rifiuti, la loro valorizzazione ed eventuale re immissione sul mercato. Su quattro è già prevista ed autorizzata la realizzazione di un impianto di bio digestione anaerobica e successivo compostaggio per l'utilizzo in processi di recupero dei rifiuti umido-organico e verde derivanti dalla raccolta differenziata del territorio. Nella restante superficie è stata individuata una suddivisione a lotti dove potrà sorgere il comparto industriale costituito da un insieme di imprese specializzate in una o più fasi del processo produttivo circolare e fra loro integrate.
Sei sono le azioni previste, fra loro correlate: la linea guida principale è rappresentata dal bilanciamento tra esigenze impiantistiche del territorio, analisi finalizzata alla riduzione degli impatti ambientali e sostenibilità tecnico-economica delle filiere.
La realizzazione di un impianto di essicazione/disidratazione fanghi derivanti dalla depurazione dei reflui civili, che ad oggi nel territorio vengono smaltiti prevalentemente in discarica. La tecnologia proposta è l’essiccazione in serre solari per la produzione di combustibile: un sistema che si differenzia per il bassissimo impatto ambientale.
Il riammodernamento dell’impianto di selezione e cernita dei rifiuti urbani a matrice secca, attraverso l’inserimento delle attrezzature di selezione sia a monte che a valle del processo, in modo tale da lasciare alla cernita manuale il compito di individuare la maggior parte delle aliquote di rifiuto recuperabile. Sarà possibile così una selezione spinta per un minor invio a termovalorizzazione del rifiuto, un maggior recupero di materie prime e la possibilità di individuare un nuovo processo di lavorazione per la creazione combustibile solido secondario. Questa tecnologia garantirà anche un maggior impegno di forza lavoro.
Il completamento della filiera di recupero del rifiuto verde da sfalci e potature, affidata al biodigestore e al successivo compostaggio. La proposta è di installare un impianto di produzione di carbone vegetale, in luogo di un impianto di triturazione semplice, assai energivoro e di impatto ambientale rilevante. Un apparato ‘green’ poiché produce energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (cippato di legno, bricchetti di potature e sfalci, sottoprodotti della manutenzione boschiva…), senza produrre rifiuti da smaltire e rilasciando in atmosfera solo una parte della CO2 assorbita dalla pianta durante il ciclo di vita.
L’implementazione della linea biogas-biometano su ‘Crispa’ attraverso una diversificazione rispetto alla esclusiva immissione del biometano in rete di trasporto, con l'intento di garantire un maggior ritorno ambientale e sociale, oltre che economico: ad esempio la produzione di gas per la flotta dei veicoli di trasporto dei rifiuti.
La realizzazione di un comparto di colture algali (spirulina) e orticultura (basilico), con l’installazione
di due comparti di serre, uno per orticultura e uno per itticoltura di alghe, che potranno beneficiare di energia e materia proveniente dai processi delle precedenti azioni.
La realizzazione, col recupero di una palazzina attualmente in disuso, di un polo di laboratori ad uso universitario per ricerca su filiere di recupero.
Una convinta virata dunque verso i settori "verdi", che peraltro offrono significative opportunità di investimento, sviluppo e occupazione, passando da una crescita basata sulle risorse a una nuova era di crescita basata sull’efficienza.

Ultimo aggiornamento

11/07/2021