TERMINATO IL RESTAURO DELLA CAPPELLA DI SANT’AGATA

È tornata letteralmente a splendere la chiesetta privata al piano nobile di Villa La Mensa. È infatti terminato l’intervento di restauro conservativo delle superfici decorate dell’architettura che ha interessato nello specifico14 lesene, 4 colonne e il soffitto della cappella dell’altare.
Questo spazio liturgico nell’ala est del palazzo, la parte più antica, è dedicato a Sant’Agata e se ne hanno importanti attestazioni già nell’elenco trecentesco delle chiese sottoposte a decime, che cita le chiese di San Pietro di San Vittore e appunto di Sant’Agata.
Possono essere ricostruiti tre periodi della storia della cappella privata dei cardinali e vescovi che si sono succeduti nella proprietà del Palazzo. Una prima fase in cui erano presenti affreschi nelle parti alte, raffiguranti i 12 apostoli, e il cui soffitto potrebbe essere stato quello formato dalle tavole in legno decorate con il trigramma IHS rinvenute durante i lavori, anche se non è escluso possa essere stato, almeno nel primo impianto, di altro tipo Una seconda fase settecentesca, in cui vennero modificati i volumi, si realizzò una controsoffittatura e vennero inseriti e dipinti la decorazione sopra l’altare e gli elementi architettonici, lesene e colonne doriche: il colore che le caratterizzava era il rosa/viola, come emerso dai sondaggi. L’ultimo intervento ha previsto la ridipintura e decorazione degli elementi architettonici sui toni del beige e del marrone e la modifica del perimetro dei riquadri nella decorazione sopra l’altare.
La sala come la vediamo è quella dell’ultima modifica strutturale del ‘700, con una controsoffittatura beige/ocra e nella controfacciata lo stemma del cardinale Alessandro Mattei (1744-1820), che ha promosso l’intervento, ai lati gli stemmi novecenteschi del Cardinale Luigi Vannicelli Casoni (1850-1877) e dell’arcivescovo Ruggero Bovelli (1929-1954). Tra il soffitto e le pareti è presente una cornice in stucco modanata ora tinteggiata di bianco. Il perimetro delle pareti è scandito da lesene decorate con filetti e ombreggiature a imitazione delle scanalature, sui quattro lati altrettante nicchie, che potevano accogliere statue. La cappella con l’altare presenta lesene e quattro colonne doriche, al soffitto una decorazione pittorica raffigurante la colomba dello Spirito Santo e i tradizionali simboli della cristianità, mentre l’altare, in non ottime condizioni, è tinteggiato in alcuni punti con la tecnica a finto marmo e impreziosito da decorazioni plastiche in stucco.
La restauratrice Cinzia Bucchi ha condotto opere di pulizia, fissaggio della pellicola pittorica, stuccatura e ritocco pittorico delle stuccature, delle mancanze e delle zone abrase, utilizzando una tecnica mimetica. Sul soffitto dell’altare è stato deciso di non eliminare i segni della decorazione sottostante, in quanto non creano disturbi alla leggibilità della decorazione e rappresentano una testimonianza dell’evoluzione storica dell’opera; nella zona macchiata da un alone scuro dovuto all’umidità si è riproposto il colore di fondo e la decorazione, visto che a distanza ravvicinata ne era possibile la lettura.
 

Ultimo aggiornamento

23/03/2021