IL GIORNO DEL RICORDO A COPPARO

«Grazie alla Legge del 2004 siamo finalmente riusciti ad avere contatti con le Amministrazioni comunali, che hanno deciso di ricordare questi avvenimenti, anche se in alcuni territori rimane una certa chiusura o indifferenza, se non, in qualche caso, aperta ostilità: speriamo tuttavia che con il tempo si possano leggere questi eventi nella giusta visione storica». Così Flavio Rabar sulla ricorrenza del 10 febbraio e sulla strada che si dovrà ancora percorrere verso un pieno riconoscimento della memoria che vuole rinnovare circa le vittime delle foibe, l'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e la più complessa vicenda del confine orientale.
Il presidente ferrarese dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha così inaugurato al Museo La Tratta la mostra documentale ‘Giorno del Ricordo. Frammenti dall'Istria e dalla Dalmazia’, insieme al sindaco Fabrizio Pagnoni, al comandante della Compagnia Carabinieri di Copparo, capitano Manuel Scacchi, al tenente Domenico Marletta, comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile, al comandante della Polizia Locale dell’Unione Terre e Fiumi, Gianni Gardellini, al presidente dagli Archeologi dell'Aria APS, Fabio Raimondi, al dirigente scolastico, Domenico Marcello Urbinati, al presidente Consiglio Comunale, Alessandro Amà, agli assessori Franca Orsini, Bruna Cirelli e Simone Grandi e Carlo Bertelli, in rappresentanza del gruppo consiliare di maggioranza.
«Questa ricorrenza – ha aperto Pagnoni - ci permettere di riflettere su un triste periodo, di assoluta importanza, perché ci consente di capire dove siamo oggi: cosa possibile solo comprendendo da dove veniamo, la nostra storia, in tutti gli aspetti, siano essi positivi o negativi. Di qui la rilevanza della mostra e del nostro ospite».
«Questo momento per noi esuli giuliano dalmati è fondamentale per il ricordo di una pagina che è stata per troppo tempo volutamente nascosta – ha affermato Flavio Rabar -. La Legge del 2004, approvata al Senato all’unanimità e alla Camera con 14 voti contrari, ha apertole porte a questi avvenimenti: nella prima riga racchiude le vittime delle foibe e il drammatico esodo degli italiani e chiude con la più complessa vicenda del confine orientale, che dal 1943 ha conosciuto grandi violenze». Il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha inoltre testimoniato la vicenda della propria famiglia, che ha lasciato in parte Fiume nel febbraio del 1947 per raggiungere Ferrara, dove ha vissuto in uno dei 109 campi profughi italiani, collocato in via Romei 12, e poi nelle baracche di legno a Pontelagoscuro.
La cerimonia si è conclusa con la lettura di una poesia composta dal cittadino copparese Manrico Fiorini.
La mostra rimarrà a Copparo fino al 10 marzo e, grazie alla gestione dagli Archeologi dell'Aria APS e dell'Associazione Storia in Grigio-Verde, sarà aperta tutti i venerdì dalle 10 alle ore 11.30 e dalle 16.30 alle 18 (per informazioni 338 3188668).
 

Ultimo aggiornamento

11/02/2021