DPCM 24 OTTOBRE, TAVOLO DELLO SPORT

Dopo le associazioni di categoria, giovedì 29 ottobre, sono stati i gestori di piscina e palestre a partecipare al tavolo convocato dall’Amministrazione comunale sull’impatto delle chiusure imposte dall’ultimo Dpcm. «Cerchiamo di capire – ha affermato il sindaco Fabrizio Pagnoni, affiancato dall’assessore al Bilancio Simone Grandi – cosa poter mettere in campo valutandolo insieme, per una maggiore efficacia».
Centro Nuoto Copparo, Wellfit e Divertimondo hanno portato le loro testimonianze relative al settore sportivo, rispetto al quale vi sarà anche una riunione con le società operative sul territorio.
«Abbiamo riaperto il 15 giugno – ha spiegato Sergio Vancini del Centro Nuoto – e, dopo un’estate discreta, con ottobre siamo entrati in forte sofferenza per il crescente timore: la chiusura ci ha colto in questo frangente. Amareggia il fatto che siamo stati penalizzati nonostante ci fossimo attenuti a un severo rispetto delle linee guida, evitando i contagi nei nostri spazi. Ora dobbiamo guardare avanti, pur non avendo prospettive: difficile una riapertura dopo il 24 novembre, che pure ci porterebbe spese ancora superiori ed entrate ridotte. Se si riaprisse a gennaio o marzo, la chiusura degli impianti prolungata e per l’intera stagione invernale sarebbe molto problematica, per la loro complessa e comunque continua manutenzione». «I ristori sono esigui – ha aggiunto Roberto Scaglianti – se si considerano i mesi scorsi e quelli successivi allo stop».
Per Wellfit Filippo Trivella ha rimarcato «l’assoluta incertezza a cui siamo costretti: abbiamo adeguato spazi e fruizione alle nuove esigenze, seguendo indicazioni che cambiavano di settimana in settimana, e ora questa ulteriore batosta. Viviamo nell’instabilità e nella precarietà anche in vista di una ripresa futura, che cagionerà altri danni». «Siamo nell’impossibilità di pianificare – ha aggiunto Davide Zucchini -, ma nella necessità di avere una continuità aziendale, nel rapporto con istruttori, fornitori e banche. Con i ristori pagheremo i nostri ragazzi e cercheremo di governare le dinamiche dei costi. È opportuno dare continuità a questo tavolo, poiché le necessità e le prospettive cambieranno in base alla riapertura. Paghiamo la mancanza di una cultura dello sport: non siamo ad esempio rappresentati nelle commissioni, pur lavorando per la salute delle persone».
Ingrid Trapella di Divertimondo ha spiegato come, «dopo un’estate di grande sofferenza, con la metà degli utenti e il triplo di personale, assunto senza godere di alcuno sgravio, si cominciasse a ‘respirare’». «Occorre lavorare sulla sensibilizzazione e propongo incentivi per la pratica sportiva, che deve essere riconosciuta come strettamente legata alla salute. Manca questa considerazione e mancano le tutele, dal momento che non abbiamo associazioni di categoria. Faccio tuttavia riflettere che nelle nostre strutture non registriamo casi di contagio, per l’attenzione che ci è richiesta e per i controlli a cui siamo sottoposti, che non è possibile invece effettuare sulla pratica privata».
Il tavolo si è aggiornato, ponendo l’accento sulla coesione e sulla volontà di fare di tutto per salvare le attività sul territorio.
 

Ultimo aggiornamento

30/10/2020