COMMEMORAZIONE DI IDRIS RICCI E ULTIMO SILVANO ALBERTI

Vennero trascinati per mezzo chilometro fino in via Marchi e fucilati davanti ai loro familiari alle 18.30 del 25 settembre 1944. Idris Ricci e Ultimo Silvano Alberti sono stati ricordati, sabato 26 settembre, presso il cippo commemorativo sorto nel luogo in cui 76 anni orsono si consumò il brutale episodio, dove è stata deposta una corona d'alloro per mantenere vivo il ricordo del loro sacrificio.
La cerimonia è stata promossa dall'Amministrazione comunale e dalla sezione Anpi di Copparo e vi hanno partecipato autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e i parenti delle due vittime del nazifascismo.
«Trovarci qui significa ricordare e ringraziare quanti ci hanno consegnato i diritti di cui godiamo e le istituzioni democratiche – ha affermato il sindaco Fabrizio Pagnoni -. Significa trasmettere i valori che animarono una lotta fatta di storie collettive e personali che costituiscono un patrimonio per il nostro Paese. Esserci dunque è un dovere verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per la nostra libertà; verso noi stessi, che coltiviamo la memoria come fondamenta su cui costruire il presente e il futuro della nostra terra; verso i nostri giovani, ai quali consegniamo un'Italia unita, libera e democratica da far crescere».
La presidente Anpi Margherita Aurora, che ha deposto un mazzo di fiori, ha reso omaggio ai due giovani, «che possono essere definiti in senso stretto partigiani, perché decisero da che parte stare con la coscienza pulita, il cuore aperto, determinazione e consapevolezza dei rischi a cui potevano andare incontro». «La memoria – ha detto – oggi che non ci sono quasi più testimoni diretti, spetta a noi: nostro compito è tutelarne il valore storico e salvaguardarla dal revisionismo. Se vogliamo che abbia davvero significato, deve battere nel cuore del futuro».
Ervedes Ricci, discendente di Idris Ricci, ha ricordato la costituzione, che «nasce dal sacrificio di tanti, una conquista pagata a caro prezzo», e la libertà, a cui «hanno rinunciato questi giovani per offrirla a noi».
In chiusura è stata intonata la canzone simbolo ‘Bella, ciao’.
 

Ultimo aggiornamento

27/09/2020