LUCIANA ROCCAS SACERDOTI TESTIMONIA LA SHOAH

Cosa significhi essere una bambina ebrea di quattro anni che perde la propria identità e, sotto falso nome, si nasconde con la sorella nella casa di un generoso vecchio avvocato, cosa si provi nel rivedere un padre talmente provato dalla fame da non riconoscerlo, cosa si perda insieme a tanti parenti che non sono più tornati. Lo ha spiegato Luciana Roccas Sacerdoti della Comunità Ebraica di Ferrara ai bambini delle classi quinte della primaria di Copparo e di Tamara.
L'incontro "La persecuzione dei bambini ebrei in Italia dal 1938 al 1945" è stato organizzato dal Comune di Copparo, in collaborazione con l'Istituto Comprensivo.
«Luciana Roccas Sacerdoti ci porta una testimonianza che ci restituisce ben chiari i concetti di bene e di male – ha affermato il sindaco Fabrizio Pagnoni - È compito della comunità, della scuola e della storia insegnare cosa comportino azioni disumane e insensate, per fare in modo che non accadano più tragedie simili: non è facile, come dimostra la guerra tornata in Europa».
«Questa è un'occasione per tutti noi per ripensare a concetti importanti, che incontriamo quotidianamente, a partire dalla discriminazione – ha aggiunto il dirigente scolastico Domenico Marcello Urbinati -. Non si tratta di comportamenti relegati a un periodo storico, ma insiti nella natura umana, quindi meritevoli di riflessione sulle relazioni di ogni giorno».
Luciana Roccas Sacerdoti si è soffermata sui bambini: morti in gran numero per le bombe, il freddo, la fame, la mancanza di cure e strappati alla vita in 1,5 milioni perché perseguitati. Bambini ebrei o appartenenti a minoranze «il cui certificato di nascita era quello di morte». Ha raccontato le tappe dell'emarginazione a partire dalle leggi raziali del '38, con la cacciata dalle scuole fra l'incredulità, l'umiliazione e l'indifferenza dei compagni e con la perdita del lavoro dei genitori, fino alle retate e le deportazioni. Poi i bambini "fortunati", nascosti, spesso nei conventi, e quelli perduti, chiusi nei campi di transito, quindi nei carri bestiame fino ai lager, dove iniziava la lotta per la sopravvivenza e una vita di fame, freddo, punizioni e morte, fino alla liberazione che ha lasciato i sopravvissuti spogliati della loro umanità. Infine i tentativi di "salvataggio", come a Izieu in Francia e a Villa Emma in Italia, e la lezione più importante: si può sempre aiutare gli altri in qualunque situazione. «Le persone buone sono quelle su cui si reggono le sorti del mondo».
La mattinata si è conclusa con tantissime domande, i fiori e gli omaggi per la speciale testimone, che ha applaudito il coro degli alunni copparesi, le letture, i pensieri, i segnalibri e le pergamene, che sono stati distribuiti agli adulti presenti all'appuntamento davanti alla primaria.
Nel pomeriggio, la Giornata della Memoria è proseguita alla biblioteca comunale Anne Frank: introdotta dall'assessora alla Cultura, Paola Peruffo, Nicoletta Zucchini, vicepresidente del Gruppo Scrittori Ferraresi, ha trattato "Il diario di Anne Frank, ovvero il diario restituito". Il documento inizialmente fu ampiamente censurato dal padre Otto Frank, quindi, alla sua morte, restituito in edizione critica. Un'edizione che, oggi più che mai, arriva al cuore e alla mente dei giovani, con i loro sogni, con le loro fragilità, con le loro sofferenze, con i loro più disperati scoramenti. E a noi adulti, cosa arriva? La sapiente lucidità di una giovane, che tutto osserva e trascrive, e attraverso la scrittura, riesce a realizzare il sogno di divenire scrittrice e a trasformarsi in una persona adulta.
 

Ultimo aggiornamento

28/01/2023